… emozioni su tela con l’estro pittorico di Federico Cresci
di Paolo Cavaleri
ARTE/PITTURA-“ Da questa sua indole e sensibilità per le cose meno appariscenti, si sviluppa in Federico Cresci la passione per la ricerca di una bellezza vera, autentica! ” .
Con queste parole Massimo Della Giovampaola, nel catalogo della mostra del pittore labronico Cresci, parla al cuore dell’uomo.
Evento che, tenendosi dal 4 al 18 settembre 2020 presso il circolo culturale d’Arte di Antonio Amato in via Michon 22 a Livorno, mostrerà ai potenziali visitatori il percorso intellettuale e morale di un artista che della sua esistenza ne ha tracciato le emozioni su tela .
Sono le opere di Federico Cresci, classe 1941, uno dei rappresentanti del panorama culturale che a partire dalla seconda metà del 900 ha caratterizzato Livorno per le sue peculiarità artistiche .
Figlio della città labronica, celebra con la pittura la bellezza del luogo, degli scorci sul mare , e di quelle lingue di terra che si perdono nella vastità del lucente azzurro delle onde .
Federico costruisce la sua tecnica, o per meglio dire il suo modus, apprendendo emozioni nei diversi contesti da lui vissuti: Scuola d’Arte Augusto Passaglia a Lucca, la Scuola Libera del Nudo diretta da Beppe Guzzi e gli insegnamenti di Emanuele Cavalli a Firenze, capoluogo e centro propulsore artistico di tutto il mondo pittorico .
Se la formazione accademica ha una sua importanza la hanno anche i viaggi dove viene sensibilizzato … andrà nella borgese Londra, la storica Atene, l’elegante Parigi e l’esotica Cairo, tutto questo per dar forma alle personali sensazioni nei suoi dipinti .
Se capiterete in questa suggestiva mostra, intitolata “Il gioco e la malinconia ”, per respirare più di settant’anni di esperienze visive, potrete forse imbattervi nell’apollineo pittore, e se chiederete lui a che stile o corrente artistica può rimandare il suo pennello, vi risponderà:- “ Sai, pittori si nasce, ero giovane quando avevo già capito che quella della pittura era per me la strada più naturale … com’è che si dice … va’ dove ti porta il cuore. E così ho fatto ”.
Una persona che ha seguito il suo sentire, lo stesso che da molti anni prima lo portava nelle colline vicino al mare, per esplorare quegli anfratti ricalcati con immaginazione visiva .
In realtà in Cresci c’è molta più storia di quanto non dica, i suoi soggetti hanno una componente realistica, in quadri come “ Marina ” o “ Strada a Montenero ” è visibile una intima composizione che ha la macchia come scheletro. Macchia intesa come intendevano i macchiaioli per “ il recupero dell’originale legame tra luce, colore e ombra ” .
Vi è un profondo desiderio di ritrarre la realtà e non la storia come la pittura accademica impone, ma non è tutto, la sua è una realtà soggettiva nel senso più intimo: è la luce, rivelatrice di uno stato dell’essere eternamente giovanile, che caratterizza la mostra nella sua essenza .
Pennellate lucenti, spinte da una sensibilità fanciullina, che perfino nella nature morte suggeriscono vitalità e piacere visivo, per dare all’ombra solo la regia dei contorni prospettici .
Ricordando Modigliani con “ Omaggio a Dedo ”, onora un suo concittadino, stella del firmamento mondiale … quell’Amedeo che mai sarà dimenticato .
Si nota inoltre di come il pittore sia un continuatore degli impressionisti .
“ Ricordo di Venezia ” e “ Lungomare Ardenza ” sono quadri che riflettono molte peculiarità di tali inclinazioni: strutture architettoniche appena accennate che si affiancano a una verde flora come unico elemento separatore fra cielo e mare, imbarcazioni più definite quando lo sguardo è lontano dalla tela, e una fusione tra i colori freddi e caldi magistralmente accostati come più di un secolo fa fece Monet .
Una poesia per l’anima che si esprime con una zelante atmosfera ottica
Particolare attenzione al mondo circense e alle tematiche astratte, composte da vivi e tenui colori che confermano il caratteristico universo onirico dell’artista .
Un’iniziativa che Cresci con Amato tendono a indirizzare per una causa onorevole:
l’intero ricavato dell’esposizione, per l’acquisto del catalogo e delle opere, andrà devoluto interamente all’associazione A.I.P.D. del Parco del Mulino a Livorno .
Questa realtà è una ONLUS che da anni è impegnata nell’essere un punto di riferimento per tutte le persone con la sindrome di down, essa sviluppa con gli operatori e i genitori di questi ragazzi, le capacità per vivere al meglio i contesti quotidiani necessari anche per un eventuale inserimento nel mondo del lavoro. Una realtà quella dell’A.I.P.D. dove volontari e appassionati costruiscono un futuro realizzabile .
L’arte al servizio del sociale, l’arte come testimonianza per un percorso di vita che può fungere da ispiratore per migliorare quella degli altri, l’arte perché esegua in vero la sua finale utilità:
quella di unire le persone negli intenti e creare una società migliore .
Cresci come artista ha una sensibilità che trascende il tempo, i suoi quadri riflettono perfettamente quel desiderio di vita che i colori esprimono nei loro toni, anche la sua amata Livorno è ritratta nei particolari e questa città avrà nella storia un altro spirito pittorico da aggiungere al pantheon dei suoi custodi .
Presenti alla inaugurazione alcuni dei più intimi amici, i figli Carlo e Federica con la moglie e altre persone, si è creata la possibilità per i più giovani e i residenti della labronica città, di poter osservare e contemplare uno dei figli più maturi, artisticamente parlando, che Livorno conosce bene, quando da giovane ne osservava le piazze, gli alberi, il sole che moriva nel mare e la luna che alta imperava fra le stelle .
Buona visita dunque, sono aperte le porte alle emozioni.